Partito del Sud? No, Democratici per il Mezzogiorno

Nella vicenda congressuale d’ottobre i Democratici meridionali vogliono “contare”, stravolgendo l’ottica del nascente Partito del Sud.
Un primo tentativo è arrivato con la candidatura in extremis alla segreteria nazionale del Pd da parte di un calabrese/campano ad honorem conicolini r.me Renato Nicolini. E’ vero, il suo passato è ancorato alla stagione dell’ “effimero” a Roma; ma analogo sforzo creativo fu profuso a Napoli, e il suo presente lo vede da anni docente all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, già guidata da Alessandro Bianchi.

Proprio l’ex ministro dei Trasporti di Romano Prodi ha appena gettato sul Bova & Sandro Bianchitavolo verde della politica piddina una nuova fiche, fondando insieme a gente del calibro dello storico Lucio Villari, la “regina della liquirizia” Pina Amarelli e Pino Soriero (viceministro al ramo di altro governo Prodi, con un recente “passaggio” dipietrista) il movimento Democratici per il Mezzogiorno.

E questo in parallelo all’adesione di Bianchi alle ragioni congressuali dell’ex collebersaniga di Consiglio dei ministri Pierluigi Bersani.

Insomma, mentre la Calabria rischia di essere politicamente “stritolata” da un probabile commissariamento governativo della Sanità (debito 2001-2007 certificato da Kpmg: 2,16 miliardi di euro), l’ex “numero 2” della Crui (la Conferenza dei rettori) tenta di rimettere il Sud al centro del dibattito politico coinvolgendo personalità come l’ex responsabile dei Ds per il Mezzogiorno Umberto Ranieri e il rettore dell’Università della Calabria – ormai al terzo mandato – Gianni Latorre, già candidato alla Regione a supporto del presidente Agazio Loiero.

Ed è vero che proprio Sandro Bianchi guidò un’importante commissione urbanistica per conto di Loiero (a sua volta pronto ad a29_lombardo_faffaeleppoggiare Bersani e a ricandidarsi l’anno prossimo), levatore-chiave del Partito del Sud insieme a Raffaele Lombardo. Ma ai Democratici per il Mezzogiorno la prospettiva non piace affatto. Una “Lega Sud” risulterebbe <fuorviante>, perché riproporrebbe la <medesima concezione localistica> della Lega Nord: quel che serve davvero, spiegano i Dpm, è <un nuovo progetto nazionale, unitario, di coesione e di progresso alla cui elaborazione il Sud prenda parte da protagonista> alla cui elaborazione il Sud prenda parte  <da protagonista>.

Per Bianchi & C., la partita sta dunque nella codeterminazione dei cromosomi del Pd, che a ottobre troverà un congresso “rifondativo” potenzialmente decisivo e nello stop alla <sistematica sottrazione di risorse già destinate al Mezzogiorno verso altre finalità>, dove l’esempio-tipo è quello dei fondi Fas.

Al Pd del futuro si chiede un <forte impegno meridionalista> per ottenere anche a Sud la sottrazione alla mafia del controllo del territorio, servizi finalmente moderni, in controluce rispetto a moralizzazione della vita pubblica e taglio degli sprechi. Molto al di là delle correnti.

0 pensieri riguardo “Partito del Sud? No, Democratici per il Mezzogiorno

  • 26 Luglio 2009 in 13:09
    Permalink

    UNA RISPOSTA AD ANTONIO MAMBRINO
    Post n°62 pubblicato il 23 Luglio 2009 da afrikano

    Il movimento che in questi ultimi tempi agita le acque stagnanti della politica italiana non, è riconducibile al solo lombardo ma vede vari e diversi movimenti che sembrano aver preso coscienza (finalmente) della necessità di cambiare qualcosa o almeno di provarci

    La fantomatica “ristrutturazione integrale avviata con il crollo dei partiti della prima repubblica” forse avviene al nord ma lascia come al solito il sud a se stesso anzi vediamo Tremonti che sta bloccando ancora una volta i fondi per le aree sotto-utilizzate si chiede che siano spesi bene ma al Nord, dove già sono stati erogati, non si chiede nulla prendiamo il Mose, il cantiere è partito, poi si è bloccato il lavoro fatto finora è stato praticamente inutile e va buttato e di questo nessuno dice niente compresi gli onorevoli e senatori eletti al sud visto che il nord è stato il protagonista della storia politica italiana dalla sua unità ad oggi tutti i grossi partiti e movimenti sono nati al nord e molto spesso a Milano e dal nord stesso buttati giù ( i Savoia, Mussolini, De Gasperi Craxi Berlusconi ) e noi i nostri esiti balcanici li abbiamo gia avuti anche se non lo si vuole ammettere basti pensare a quando,i partigiani borbonici e i contadini meridionali che si opponevano ai Savoia furono chiamati Briganti e i rivoltosi di Palermo che nel 1866 si opposero alle inique Leggi piemontesi furono definiti mafiosi. La politica di repressione adottata nei confronti del sud fu durissima. Per debellare il fenomeno furono impiegati 120.000 soldati (pari alla metà dell’esercito italiano) comandati dal generale Cialdini. Si scatenò una vera e propria guerra che portò ad un numero molto elevato di morti in particolare fra i briganti e i contadini che li appoggiavano. E’ stata creata dunque una leggenda nera sull’arretratezza economica del Regno delle due Sicilie . Restano a chiarire le motivazioni che hanno indotto gli ambienti accademici del Regno d’Italia prima, del periodo fascista e della Repubblica poi, a mantenere fin quasi ai giorni nostri, una versione dei fatti così lontana dalla verità, tacendo, soprattutto, la circostanza che le popolazioni del sud, salvo una minoranza di latifondisti ed intellettuali, non avevano nessuna voglia di essere “liberate” e anzi reagirono violentemente contro coloro i quali, a ragione, erano considerati invasori. D’Azeglio enunciò nel secolo scorso “Abbiamo fatto l’Italia, adesso bisogna fare gli Italiani . La tentazione del separatismo non nasce certo oggi ma è sempre stata messa a tacere per perseguire gli interessi dei politici che attingevano al serbatoio di voti del sud e dei grossi industriali del nord che hanno depredato il sud anche con la cassa del mezzogiorno quanti industriali di varia grandezza hanno sin dagli anni 50 sfruttato il sud facendo finta di investire per fare aziende nel sud ma venivano qui solo per prendere i soldi e scappare abbiamo visto centinai di aziende di piccole, medie e gradi dimensioni aprire stabilimenti, spesso con macchinari vecchi e riverniciati prendere i soldi della cassa del mezzogiorno e poi dalle varie surroghe della stessa e poi puntualmente questi fantomatici imprenditori sparivano insieme ai soldi e alle aziende e ai posti di lavoro – in un sud senza infrastrutture ne servizi ne sviluppo ne salvaguardia dell’agricoltura si aiutano i produttori del latte del nord ma nessuno parla dell’ olivicoltura meridionale e dei regolamenti c.e.e. fatti solo per penalizzare l’unica vera ricchezza del sud L’AGRICOLTURA – ma ci fanno il ponte per arrivarci come e con che ???? e una volta attraversato per andare dove e come ????? criminalità organizzata o certo al sud c’è ma guarda caso si serve del nord per investire e ripulire i suoi capitali e l’ innovazione della classe politica la dovremmo fare come con le liste bloccate e decise a tavolino con tanto di manuale cencelli ad arcore????

    Scarsa qualità del capitale umano!!!!! Sono secoli che il capitale umano meridionale serve al nord per potersi sviluppare e che arricchisce le altre nazioni – gli istituti bancari sono solo ed esclusivamente del centro nord operano al sud facendo raccolta e investendo al nord il costo del danaro per aiutare gli imprenditori è superiore di quello del nord – Ma questo sono anni o forse secoli che viene detto il SUD ha bisogno di un partito che rappresenti finalmente i suoi veri interessi nessuno mette in discussione l’unità dello stato, in un periodo dove il progresso passa attraverso enti politico-economici sopranazionali come la Comunità Europea, è certamente un valore da salvaguardare, ma al meridione è dovuta una politica ed una attenzione particolari, una politica legata ai suoi effettivi interessi, che valorizzi le sue enormi risorse e assecondi le sue vocazioni, a parziale indennizzo dei disastri e delle ingiustizie che l’unità vi ha apportato. Il Sud non ha certo bisogno di essere rappresentato dalla nuova politica rappresentata dall’ex socialista Cicchetto, l’ex comunista Bondi, l’ex democristiano Mastella l’ex missino Gasparri o dall’ex cantante “donato” Bossi

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *