…Immobiliare Misiti?

Minchia, se è una notizia questa.
Alla fine il parlamentare Aurelio Misiti (già presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, assessore regionale ai Lavori pubblici con la Giunta di centrodestra guidata da Peppino Chiaravalloti, in seguito vicinissimo ai Ds al punto da farvi aderire, alla sezione della ‘sua’ Melicucco!, l’ex collega di Giunta Massimo Bagarani; poi deputato e coordinatore regionale di Italia dei valori, infine ‘transfuga’ dal partito di Antonio Di Pietro in seguito alle aspre diversità di vedute con l’ex pm Luigi de Magistris e al conseguente commissariamento del partito attraverso il parlamentare Ignazio Messina; da ultimo, in fortissimo avvicinamento al Partito democratico e soprattutto “pasdaran” dell’acritica riconferma del Governatore uscente Agazio Loiero) ha fatto la sua scelta (…per ora…), aderendo all’Mpa del Governatore siculo Fefè Lombardo.

Alcune cose, intanto, vanno dette.
Alle ultime Regionali, il “papà” dell’associazione Pro Calabria aveva lanciato il pur disastroso ‘cartello’ Alleanza per la Calabria (Pro Calabria insieme ai rutelliani di Alleanza per l’Italia, ai Verdi e appunto ai ‘resti’ dell’Mpa dopo la fragorosa scissione in direzione “Noi Sud” firmata Enzo Scotti-Elio Belcastro) sottolineando a più non posso l’apporto di quella pur microscopica componente di taglio federalista.

Poi uscite “d’approccio progressivo”: a metà aprile l’accusa dura&cruda alla Lega di volersi , a fine mese un contributo entusiastico circa il nuovo testo di Falasca e Lottieri “Come il federalismo fiscale può salvare il Mezzogiorno” (solo casualmente tesi-chiave dei lombardiani, solo per caso propalata da un collega di partito, appunto Ferdinando Latteri, che giusto tra poche ore, a Roma, insieme al Presidente della Regione Sicilia e ad altri ‘big’-mpa come il sottosegretario alle Attività produttive Giuseppe Rèina, ne terrà a battesimo il formale ingresso nel Movimento per le autonomie).

Alcune domande verrebbero spontanee. Su tutte, una: ma il suo collega di partito Latteri è mica quel Latteri già rettore dell’Università di Catania che, un anno-luce fa, dopo la lunga militanza nella Dc e poi in Forza Italia, esponenti ‘illuminati’ dell’Unione pensarono di gettare in mischia alle Primarie contro Rita Borsellino – sorella di Paolo, magistrato assassinato da Cosa nostra nella tragicamente epica strage di via D’Amelio – che quelle Primarie le vinse ma, poi, dai Latteri-boys non fu votata? Lo stesso Latteri che, dopo un biennio da deputato (pardon, parlamentare “nominato”) piddino, ligio ai suoi princìpi, appena i Democratici non lo ricandidarono si gettò immediatamente coi ‘padroni’ di Trinacria?

Chiaro che poi, a proposito di “ritrovati”, la collega di Camera piddina Doris Lo Moro dica così: . Non solo. Aggiunge causticamente, l’ex sindaco di Lamezia Terme, in riferimento al precipitoso avvicinamento al Partito democratico poi così repentinamente rinnegato: .

Magari, a Misiti basterebbe un-argomento-uno per chiarire a tutti che le cose non stanno così. Arriverà?

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