Intervista a Leonardo “Dodo” Boriani, direttore del Vostro.it / 3 – “Il Movimento Cinquestelle e Beppe Grillo mi ricordano tanto la Lega e il Senatùr…”

(segue)

Ma a proposito di politica. Lega Nord e Movimento Cinquestelle, secondo vari analisti e protagonisti della vita politica, hanno qualcosa in comune. E non solo il “vento della protesta”…

«La Lega ha uno zoccolo durissimo e l’ha espresso chiaramente alle ultime Amministrative in cui ha perso ma, passami il paradosso, ha “resistito”… Quello è lo zoccolo duro su cui ricostruire tutto. Non va dimenticato che la Lega Nord nasceva, vent’anni fa, come grande movimento di protesta e si faceva portavoce di un anelito di libertà, di una rivoluzione culturale, strategica, storica… tutto quel terreno abbandonato dal Carroccio in questi ultimi mesi, è stato occupato. Non a caso, proprio negli ultimi periodi di campagna elettorale Beppe Grillo ha ripreso slogan che hanno molto del leghismo d’antan, dei primi periodi».

Insomma, c’è da guardare ai “grillini” quasi come leghisti mancati, al di là delle singole proposte programmatiche?

«Sì sì, io credo che Grillo abbia riutilizzato molte idee messe in campo dal “primo” Bossi e dalla “prima” Lega, quand’era ancora un movimento marcatamente di protesta e non un movimento “più maturo” come negli ultimi 3-4 anni, per capirci… C’è molto in comune. Ora però è da vedere se Grillo riuscirà a confermarsi e a proseguire su questa strada: è ben più facile raggiungere certi vertici, anche con una notevole celerità, che confermarsi per un periodo medio-lungo. In questo senso, la Lega è stata molto abile, ha resistito “alla grande” per vent’anni…».

E il frangente politico-sociale in cui nasce il tuo nuovo giornale, il “Vostro”? Si sono consegnate le “chiavi” del Paese ai “tecnici” ma fra crisi economica, spread a 450, Imu, lettere minatorie a Equitalia e suicidi non sembra proprio bastare…

«La gente purtroppo credo che oggi abbia poche prospettive. E’ il vero problema di questo Paese e dello stesso lettore cui oggi si rivolge “il Vostro.it”. Hanno tolto e stanno togliendo anche il sogno di avere una casa, una famiglia, un reddito che non sia completamente fagocitato dalle tasse… Quando togli anche la chance di sognare, di pensare a un futuro, la voglia di fare, gli stimoli a costruire qualcosa, mi pare che tu penalizzi la gente molto più che se le togli il pane per un giorno e il latte il giorno dopo. …E mi sembra che stiamo avviandoci proprio verso questa strada: una strada d’enorme rassegnazione. Rassegnazione che significa pure potenziale disponibilità a fare qualsiasi cosa, compiere qualsiasi gesto. Anche estremo».

Fino a che punto t’angoscia questo clima pesante? Ha ragione Armando Spataro, pur ammettendo la serietà della situazione, nell’escludere in radice il pur minimo parallelo con gli “anni di piombo”?

«Sono d’accordo col magistrato, niente paralleli con gli anni ’70. Certo allora c’era di fondo una forte base ideologica; oggi, forse, quella manca, ma c’è un fatto che allora non c’era: che la gente comincia ad aver fame. Questo è il vero problema: la fame, la rassegnazione che fa capolino. Oggi, non vorrei ci fosse una rivolta “del pane”, della casa…».

(3 – continua)

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