Per Saline Joniche, un’ideona che “gira” su Facebook: un centro Ikea, anziché la centrale a carbone Sei

C’è chi ha proposto di farci un grande polmone verde delle biodiversità. Chi, come la Sei, vuol farci una centrale a carbone di seconda generazione; e tutti son contrari (ma il Governo centrale ha detto sì). Chi ritiene possibile valorizzarla in chiave turistico-ambientale mediante un grande piano da finanziare coi fondi Ue.
Ma certo, occorreva un grande sforzo di fantasia per sostenere che Saline Joniche, anziché Cattedrali Nel Deserto (dalla Liquichimica a quella che, secondo le popolazioni locali e gli Enti locali, rischierebbe di diventare la stessa centrale a clean coal), potrebbe piuttosto ospitare… il primo punto-vendita calabrese dell’Ikea!

Proprio mentre il fondatore Ingvar Kamprad “passa la mano” (peraltro, come ogni buona dinastia multimiliardaria, a nessun altro che …ai tre pargoletti), continuano infatti le nuove aperture.
…Ovunque, eh; è di queste ore la notizia che la disoccupatissima Spagna ha “inondato” di curricula l’holding svedese dell’arredamento fai-da-te per i (miseri?) 380 posti di lavoro che svilupperà l’apertura di un nuovo centro Ikea a Barcellona… Ecco uno dei motivi-chiave per i quali ha destato enorme interesse che, nel corso del 2012, per quanto concerne solo il nostro Paese, si siano messe sul piatto della bilancia nuove succursali del colosso scandinavo a Firenze, Parma, Bari, Brescia, Gorizia, Rimini, Catania, Ancona, Corsico, Salerno, Genova e Torino

Adesso, il “guizzo” che non t’aspetti.
La reggina Loredana Giunta tira fuori una fantastica associazione d’idee: da un lato c’è l’ormai concretissima possibilità che la società italo-svizzera Sei, tramite un investimento da un miliardo e mezzo di euro che già ha incassato il “placet” di Confindustria Reggio Calabria, realizzi a Saline Joniche quella centrale a carbone “pulito” (tipologia di sito energetico che, al di là d’altri italici esempi come Vado Ligure o Porto Torres…, molti altri angoli dello Stivale a tutti i costi non vogliono), dall’altro lato c’è la storica, cronica inerzia-di-fatto di chi (dalla giunta provinciale Morabito alla giunta regionale Loiero passando per quella Scopelliti) avrebbe dovuto effettuare a tamburo battente la bonifica dell’area di Saline e trasformarla in qualcosa di diverso, che possa schiudere l’idea di un futuro sostenibile e non di mera disoccupazione nel luogo che ha già vissuto i fallimenti Liquichimica e Sipi.
E allora, la “pazza” idea: facciamo qui a Saline Joniche il primo (e, verosimilmente, unico) punto-vendita Ikea!

Per sostenere la “trovata”, la Giunta ha già messo in piedi su Facebook, il social network più famoso e frequentato, un newsgroup e anche una “pagina istituzionale” (che in atto “piace” a 339 navigatori).

Il bello è che solo all’inizio di questo mese s’è riparlato di una “discesa” del gruppo svedese in Calabria, e precisamente nel Cosentino, a Montalto Uffugo, potenziale destinazione di cui nel 2009 prima si scrisse impetuosamente, salvo poi rendersi conto con amarezza d’essere soltanto davanti a una “bufala” in grande stile (con tanto di processo penale per truffa intentato nei confronti di chi avrebbe artatamente veicolato notizie manifestamente infondate).
E sempre tre anni addietro, dell’apertura del primo, e fatalmente unico (considerati bacino d’utenza e popolazione dell’intera Calabria) “nodo” calabrese dell’Ikea si parlò insistentemente in relazione a Catanzaro, in quanto la Giunta comunale di centrosinistra allora guidata dall’ex deputato ed ex presidente della Regione Rosario Olivo tentò il “colpo gobbo”, inviando direttamente in Svezia un business plan allo scopo di “candidare” il capoluogo calabrese per un possibile, futuro punto-vendita made in Calabria.

La cosa più curiosa è che … c’è già qualcuno che ha proposto di aprire un centro Ikea sul territorio provinciale di Reggio Calabria! Diamo a Cesare quel che è di Cesare: l’autore della proposta fu l’allora segretario provinciale dei “Socialisti Uniti” – e oggi segretario regionale dei “Riformisti italiani” – Gianpaolo Catanzariti. Prendendo spunto proprio dall’intraprendenza catanzarese dell’esecutivo Olivo, Catanzariti replicò immediatamente chiedendo all’allora primo cittadino reggino (e oggi Governatore) Peppe Scopelliti di presentare a stretto giro di posta una proposta alternativa in quanto, rilevava l’esponente zavettieriano, «la realizzazione di un insediamento del genere vorrebbe dire migliaia di posti di lavoro, oltre alla capacità d’attrarre finanziamenti privati su un territorio desideroso di sviluppo qual è quello reggino».

Insomma, l’idea non è né vecchia né nuovissima, né del tutto sballata né probabile: anziché il carbone (“pulito”…), un grande punto-vendita Ikea a Saline Joniche, per trasformare da industriale in commerciale il “cuore” di Capo Sud.
…Si può fare?

0 pensieri riguardo “Per Saline Joniche, un’ideona che “gira” su Facebook: un centro Ikea, anziché la centrale a carbone Sei

  • 17 Settembre 2012 in 20:02
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    si potrebbe così finalmente sfruttare il porticciolo, programmare un rimboschimento della zona, impiegando magari i forestali, e vendere il legno prodotto per i mobili ikea

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  • 18 Settembre 2012 in 5:43
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    E’ stato un no simultaneamente scontato e sofferto… Scontato, perché non esisteva neppure una possibilità su un miliardo che la Regione smentisse se stessa, molti amministratori e uomini politici anche degli stessi colori della maggioranza (centrodestra) che sostiene la giunta Scopelliti. Ma anche sofferto, sì; perché il documento proposto dal capogruppo udc Alfonso Dattolo & C. prevedeva rispetto al “progetto Sei” una chiusura, per così dire, non proprio ermetica.

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