Ancòra su Rappoccio. Le tre “sciagure” in arrivo

Tre pessime notizie per il consigliere regionale Antonio Rappoccio.

La prima arriva dalla magistratura reggina e non è – ahilui – uno scoop sconvolgente: il Tribunale della libertà (presidente, Filippo Leonardo) ha infatti deciso che l’esponente del Pri non lascerà il penitenziario di San Pietro.

I motivi di rigetto dell’istanza di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare verranno resi noti in un momento successivo.

La seconda notizia davvero poco carina per Rappoccio è ancor più negativa per i vertici del suo partito: accade infatti che l’accorta sospensione di Antonio Rappoccio dal Partito repubblicano decisa dal segretario nazionale e concittadino Francesco Nucara in seguito all’arresto (solo in seguito all’arresto e, si badi, dopo una lunghissima sequenza d’improperi verso il Grande Accusatore Aurelio Chizzoniti e la costante minimizzazione dell’effettiva portata della vicenda, fino alla penultima uscita che ancòra ricordano in molti: «Non esiste alcun ‘caso Rappoccio’», un’asserzione alla Isaac Asimov che non aveva assolutamente niente a che fare col garantismo), annoverata dalla difesa del consigliere regionale quale importante elemento per l’impossibilità di reiterare il reato (come invece sostenuto dall’avvocato generale Francesco Scuderi), s’è rivelata una totale “bolla di sapone”.

Almeno sotto il profilo dell’utilità in chiave giudiziario-cautelare.

Terzo aspetto: il consigliere regionale del partito dell’Edera ha ormai il fiato sul collo. E non si tratta del fiato sul collo della magistratura, a fronte di un’inchiesta che (a dispetto del suo stesso arresto), secondo quanto scritto dal gip Vincenzo Pedone, curiosamente parrebbe lasciarlo «indifferente» (e non sarebbe affatto male chiedersi perché, come acutamente argomentato dall’ottimo collega-blogger e inviato del Sole-24 Ore Roberto Galullo).

…No.

Il fiato sul collo che adesso avverte Antonio Rappoccio è l’unico dal quale apparentemente gli premesse prendere le distanze maggiori possibili, al punto da non volersi cocciutamente dimettere da consigliere regionale: l’avvicendamento a Palazzo Campanella, ormai non lontano, col primo dei non eletti della lista Insieme per la Calabria nella circoscrizione provinciale di Reggio Calabria, cioè lo stesso ex assessore regionale ai Trasporti Chizzoniti.

Secondo i beneinformati di turno, il decreto ministeriale di sospensione di Rappoccio dalla sua carica istituzionale e l’integrazione dell’Assemblea col suo “sostituto” Aurelio Chizzoniti dovrebbe essere messo nero su bianco nel giro di tre settimane, al più tardi di un mese.

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