Strati, il vuoto che lascia. E il maledetto vizio di dimenticare i Grandi

….e natStratiuralmente sarà il tempo delle #parole.

Dopo averti dimenticato come un cumulo di stracci a mille chilometri dalla tua terra, per colpa di tutti …e di qualcuno in particolare.

“Sono tre anni che non presento la dichiarazione dei redditi”: era tale il tuo stato d’indigenza. E furono in pochi a capire la discrezione, il disagio personale persino nell’accettare i benefìci della “legge Bacchelli“, pensata per consentire una sussistenza dignitosa a chi come te, Saverio Strati, era ed è un grande d’Italia prima che di Calabria, non è rientrato tra i raccomandati e i beneficiati, gli amici-degli-amici e i lotizzati, tra gli pseudotecnici da centomila euro l’anno e le faccedacabinaelettorale.

Strati era nato

circa 4 anni prima di mia madre; e per un singolare gioco del caso è venuto a mancare il giorno prima – 9 aprile – di lei, benché quasi 30 anni dopo. Lei però, mia madre, l’aveva amato e seguito. E alcuni libri (per esempio Gente in viaggio) li vedevo in casa, e quindi potevo scegliere di leggerli, già quando avevo pochi anni d’età. Ma la cosa che mi sono chiesto con amarezza in questi giorni è: a Sant’Agata del Bianco e a Reggio Calabria, a Catanzaro o a Mandatoriccio quanti hanno letto in vita loro almeno un libro di Saverio Strati? Quanti ne hanno mai comprato o regalato uno?

….Non facile, amare uno scrittore che l’ultimo romanzo veramente di successo (Il selvaggio di Santa Venere, con cui vinse il Campiello) l’aveva pubblicato quasi 40 anni fa. Ma la nostra parte per metterlo da parte l’abbiamo fatta anche e soprattutto noi. Quelli della memoria fast-food, quelli che un giorno sei sull’altare e dopo 12 ore – spesso – nella polvere.

E allora: sì, è importante come qualcuno va dicendo adesso, far conoscere l’opera di Saverio Strati. Finalmente.
...Ma nell’immediato, ci sarebbe più che altro una sola cosa urgente da fare: verificare le dichiarazioni a mezzo stampa fino al 2009 (anno in cui si sbloccò per lui la “Bacchelli”) e, ai politici e gli “intellettuali” che nei dieci anni precedenti non avevano mai pronunciato pubblicamente la parola “Strati“, vietare per legge di scandirla anche per i dieci anni successivi alla sua morte almeno.

Un abbraccio, grande di Calabria, là dove sei non sarai solo veramente.

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