Maria Rita e l’affetto di chi la conosceva bene

Dopo alcuni giorni in cui questo per forza di cose non era potuto 

avvenire, a causa delle necessità di legge e per le circostanze stesse in cui il suicidio della giovane aveva avuto luogo, si sono tenute questa mattina a Reggio Calabria, nella centralissima chiesa di Santa Lucia, 20170408_162935le esequie di Maria Rita Lo Giudice, che a 25 anni compiuti da un grappolo di settimane sei giorni fa, domenica 2 aprile, intorno alle 7 del mattino, senza dire nulla alla madre – che dormiva in casa con lei – né lasciare messaggi di sorta ad alcuno circa la natura e le motivazioni all’origine del suo gesto, s’è lanciata dal secondo piano dello stabile in cui viveva, uccidendosi.

Alla cerimonia, rispetto alla quale il “via libera” della magistratura sarebbe arrivato giusto questa mattina, erano presenti anche diversi amici e colleghi universitari della sfortunata dottoressa in Scienze economiche, oltre che – fra gli altri – diversi rappresentanti dell’Università “Mediterranea”, in testa lo stesso rettore Pasquale Catanoso.
E, benché in carcere dal 2012 e raggiunto da una condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso anche in secondo grado di giudizio (si resta comunque in attesa del processo in Cassazione), all’ultimo abbraccio con la figlia c’era anche il padre di Maria Rita, Giovanni Lo Giudice.
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Non s’è trattato di un rito in forma privata, o soggetto a vincoli di sorta. Durante i funerali di Maria Rita, però, nel cielo volteggiava un elicottero delle forze dell’ordine, a garantire che l’estremo saluto alla ragazza si svolgesse senza problemi di sorta.
Al termine della mesta cerimonia, al rito in sé ha fatto seguito un lancio di palloncini bianchi, a sottolineare in uno la verdissima età della ragazza e la limpidezza della sua esistenza e del suo impegno.

Già a inizio settimana, i giudici dovrebbero vagliare l’esposto inoltrato dall’avvocato Renato Russo per conto del padre, la madre e il fratello della giovane.
La richiesta dell’esame tossicologico, a margine dell’esame autoptico, è collegata all’ipotizzata evenienza che Maria Rita – completamente astemia, e che mai aveva fumato in vita sua – sia stata a sua insaputa vittima d’inoculazione o di recepimento involontario di droghe o di sostanze comunque tossiche a sua insaputa, che potrebbero averla spinta al tragico volo dal secondo piano con cui la venticinquenne s’è tolta la vita.

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