San Luca, per la sfida più difficile di Salvo Gullì ci sarà un “terzo tempo”?

Esattamente, cosa dovrebbe fare un commissarslucabisio prefettizio, in un paesino aspromontano che i media di tutto il mondo raccontano per l’efferata strage di Duisburg e il narcotraffico e le riunioni di ‘ndrangheta all’ombra del Santuario mariano di Polsi e i latitanti (…i sequestri di persona no, ché ormai non se ne fanno perché implicano tanti rischi e fruttano molto meno del megasmercio di cocaina) e in cui la democrazia è da tempo “sospesa”?

Il messinese Salvo Gullì – in cima a questo contributo lo vedete in panchina, a San Luca, il 21 aprile scorso, in occasione delle Olimpiadi della legalità, quando da 58enne ancor freschissimo vestì la maglia della Nazionale MagisGULLI' OTTOtrati che amichevolmente sfidò la Nazionale Cantanti nell’evento Tutti in campo per il futuroalle spalle ha decine e decine d’intimidazioni e minacce subite in situazioni “scottanti”, nelle Commissioni prefettizie nei Comuni più “caldi”, dalla Lamezia Terme dei Torcasio e dei Giampà all’Isola Capo Rizzuto degli Arena alla Seminara del clan Santaiti che giunse alla spudoratezza di mettere a fuoco la Casa comunale della cittadina tirrenica…

Ma anche tante, tante belle soddisfazioni negli incarichi accumulati negli anni: dalle questure di mezza Italia agli incarichi commissariali in tanti Enti calabresi e siciliani (GULLI' CINQUE - la Commissione dell'Asp RC (da destra GULLI', CETOLA e CASTELLI)appunto), dal ruolo di dirigente economico alla Prefettura di Reggio Calabria a quando iniziò un’altra impresa ad alta tensione: mettere le mani sulle sgangheratissime cifre dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio (lavoro improbo, per venirne a capo ci verranno ancòra chissà quanti anni… All’epoca dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’ex Asl 11 reggina il prefetto Massimo Cetola, già generale dei Carabinieri, stimò il deficit dell’Azienda di Reggio Calabria in mezzo miliardo di euro e ancora non se ne hanno certezze assolute).

Non poteva sapere, in anticipo di circa due anni rispetto alla partita che poche settimane fa ha sancito la restituzione del campo di calcio alla comunità sanluchese alla presenza del ministro alle Pari opportunità Maria Elena Boschi, che il 13 giugno del 2015 sarebbe iniziata la sua gara più difficile: fare il commissario prefettizio a San Luca dopo l’ennesimo scioglimento del Comune locrideo. Una sorta di laurea in anti-‘ndrangheta “sul campo” però, non di quelle antimafie parolaie che troppo spesso si riscontrano in alcune difficili realtà.

Risultato: Gullì s’è messo di buzzo buono e ha dato un nome alle vie e riorganizzato la raccolta dei rifiuti, ha rimesso in ordine – anche qui – i conti dell’Ente (solo per fare un esempio: -92% dei costi per le utenze telefoniche fisse…) e ha tentato di contrastare col massimo impegno la dispersione scolastica, e contemporaneamente è riuscito a far nuovamente scorrere l’acqua dai rubinetti delle case dei sanluchesi…

Ora però a San Luca si doveva tornare al voto, in occasione delle Comunali dell’11 giugno prossimo, dopo ben quattro anni. Il risultato non è stato edificante: una volta ancòra, nessuna lista presentata, ritorno della democrazia inopinatamente “congelato”.

La popolazione c20170421_111310he risiede in quel paesino dominato dalla “legge” dei Pelle e dei Vottari, dei Nirta e degli Strangio, però, lo ama.

Forse perché non è un baciapile, forse perché ama parlare chiaro la “lingua della gente”, ma soprattutto perché ha dimostrato di portare a casa risultati molto importanti per la quotidianità di tante persone che non ne possono più di subire e di venire etichettate quasi in automatico come filondranghetiste.

Adesso, però, senza libere elezioni, che succederà?
Gullì, che ha anche avuto una pesante proroga di un anno, non può comunque più restare al timone dell’Ente locale locrideo e si sapeva già prima.

Certo, le avvisaglie che qualcosa in chiave-Amministrative potesse andare storto s’erano già manifestate, al punto che Toni Mira sul quotidiano Avvenire aveva scritto solo pochi giorni fa, rivolgendosi al ministro dell’Interno (reggino) Marco Minniti, una sorta di appello: «Non lasci soli i nuovi amministratori di San Luca. Li sostenga, li aiuti a continuare sulla strada tracciata dal commissario».

Ecco che allora è davvero notevole la caratura di altra lettera-appello che da alcune ore circola per le vie di San Lu20170421_125132ca… e anche in questo caso, il destinatario è il titolare del Viminale.

«Circa un anno fa la Comunità di San Luca, si è rivolta a Lei – vi si legge – per manifestare la soddisfazione e la gratitudine di questa Comunità per il qualificato eccezionale servizio reso al Paese di San Luca e alla sua popolazione, dall’attuale Commissario Prefettizio Dott. Salvatore Gullì.
Da ottimo  uomo dello Stato, ha governato con gentilezza e fermezza mettendo in luce la sua caparbietà e correttezza ed al tempo stesso, valorizzando le persone e predisponendosi positivamente al colloquio con tutti, dimostrando la sua capacità di risoluzione a qualsiasi problema nell’impresa dell’attività amministrativa e contabile dell’Ente, in modo da consentire al Paese di poter recuperare possibilità di sviluppo e crescita, nell’intento di assicurare e garantire al meglio tutti i servizi.
La sua instancabile azione, ha permesso di mostrare a tutti il volto efficiente e trasparente dello Stato, compiendo un’intensa azione di risanamento di tutti i servizi pubblici».

E via alla cronologia della personale spending review messa in opera da Salvo Gullì, con l’elencazione di risultati impensabili fino a pochissimi anni fa: «Strade pulite da far invidia a tutti i paesi limitrofi e non solo, restituendo un’immagine dignitosa di questo paesino dell’entroterra aspromontano, che nell’immagine collettiva è ricordato solo come il paese dei sequestri.
Ha scongiurato, mediante continue transazioni con i “grandi creditori”, la dichiarazione del dissesto finanziario, preservando così il Comune dall’agonia dell’aumento delle tariffe e delle tasse, che certamente avrebbero ulteriormente minato il già debole tessuto sociale.
Ha20170421_103447 abbellito il centro del paese…».

E ancòra, e ancòra, e ancòra.
Fino alla menzione dell’impiego di cinque giovani sanluchesi per la gestione di un centro d’animazione socio-culturale e della messa a nuovo del campo di calcio, con quasi ineludibile metafora annessa: «Gullì, come un grande allenatore di serie A, è stato in grado di dare vita a forme di sinergia autentica tra istituzioni e popolo.
Sì! È stato il riscatto della gente comune, che ha partecipato e intensamente voluto che il punto di ritrovo per tanti ragazzi, fosse punta di diamante per tutta la Nazione, che incredula ha dovuto, anche solo per un giorno, diffondere finalmente il bello anziché tristi notizie di cronaca, appetibili per i media, ma profondamente denigranti per la gente che ha voglia di crederci».

….Resta, tuttavia, l’amara realtà: anche a causa dell’incapacità degli abitanti di San Luca di organizzarsi, di promuovere liste civiche o dar credito a qualche partito tradizionale, per poter avere finalmente una “regolare” Amministrazione, la strada legalitaria e del “riscatto sociale” qui è ancòra tutta in salita.
Di qui un monito-constatazione: «Questo popolo non può subire continui cambiamenti che indiscutibilmente, sarebbero causa di frammentazione politico-amministrativa, distruggendo ciò che di buono è stato fatto.
Certo! Il popoGULLI' SALVO - QUATTROlo avrebbe necessità di ripristinare i principi democratici, ma se ad oggi, nessuno ha presentato la propria candidatura, vuol dire che ha scelto di attendere il momento giusto, che nessuno si sente veramente pronto ad intraprendere questo difficile cammino.
È per questo, che non meritiamo di ripartire da zero, ma di continuare ad essere accompagnati da un Uomo di Stato su cui tutti abbiamo riposto fiducia, ripagata con la migliore delle ricompense, TRASPARENZA…. EFFICACIA ED EFFICIENZA…
Siamo certi che questo nostro grido, non potrà rimanere inascoltato
».

Cosa si chiede insomma al ministro Minniti?
…In soldoni, alla luce dell’enorme stima che Gullì s’è guadagnata “sul campo” (anche) a San Luca, si cerca una “forzatura” per farlo rimanere al “timone”. 
Può sembrare strano, ma la comunità sanluchese chiede a un ministro dell’Interno di andare ultra legem, sulla scorta dell’importanza di essere ancòra guidati da un uomo che «ha educato, con immensa umiltà e con il sorriso sulle labbra, un popolo da tutti visto solo come un “fortino delle ndrine”».

Può realisticamente accadere?
Difficile dirlo.
Certo però, per correttezza bisogna anche chiedersi: ma perché, poteva realisticamente succedere a San Luca tutto quello che è realmente successo nel breve volgere di qualche anno?

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