Il “caso Perugini”. Un paradigma per un’intera coalizione e un’intera classe dirigente (1)

Il Partito democratico cosentino ha deciso: “fuori” Umberto Bernaudo (sindaco di Rende), altri amministratori locali e soprattutto out il primo cittadino di Cosenza Salvatore Perugini.
Un “dettaglio” che adesso sviscera una questione antica, della quale questo blogger tra l’altro s’è occupato a lungo: la “cassabilità” degli eletti uscenti.

Di che stiamo parlando, esattamente?

Tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010, si pose il problema (ad esempio) di Agazio Loiero: ex ministro, nel 2004 s’era guadagnato addirittura con le (più che discusse, in verità) Primarie di Lamezia Terme i galloni di candidato-Presidente del centrosinistra e poi era effettivamente stato eletto Governatore.
Cinque anni dopo, per molteplici ragioni qui lunghe da trattare, i sondaggi e l’animal instinct degli esperti di flussi elettorali dicevano una cosa sola, semplice semplice: se il centrosinistra corre con Loiero ricandidato, sarà senz’altro sconfitto. E di brutto.

Quello fu il motivo principe per il quale vari “big” della coalizione (su tutti, l’allora presidente del Consiglio regionale Peppe Bova) fecero “la qualunque”, pur di tentare d’avvicendare Loiero con qualche altro “cavallo”, possibilmente previo allargamento di uno schieramento che tutti davano per perdente.
Esito: la coalizione rimase relativamente angusta, il Governatore uscente fu ricandidato, il centrosinistra si schiantò al suolo come un piccolo abete tagliato alla base da una potentissima sega elettrica. In altre parole: umori e sondaggi avevano avuto ragione.

Adesso, per le Amministrative 2011, sono in ballo “come minimo” Comuni-chiave come Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria (in realtà ce ne sono anche altri non meno importanti, sono in ballo Provinciali assai significative ed è tutt’altro che escluso che si possa andare pure a Politiche anticipate). Vari uscenti, però, lasciano a desiderare quanto a “umori della cittadinanza” e a effettive probabilità di rielezione.

Il quesito, a questo punto, è uno solo: che fare?

(1 – continua)

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