Soppressione dei Tribunali, dalla Calabria inferocita un grido: “Staccate la spina a questo Governo d’incompetenti”

La diagnosi è chiara: turbe psicoeconomicosociali. Altrimenti, “vista dal basso”, non potrebbe assolutamente spiegarsi, fra le mille contraddizioni di queste riforme in pectore globalmente votate alla spending review…, la scelta del governo Monti di reperire 50 milioni tagliando fra gli altri un Tribunale – quello di Castrovillari, importante centro del Cosentino – in cui lo Stato, proprio a causa delle sue dimensioni e rilevanza nevralgiche, ha finanziato solo da poco tempo con 14 milioni di euro la costruzione di un secondo Palazzo di giustizia da 17mila metri quadri, ormai in consegna…

Certo, il consigliere comunale castrovillarese Eugenio Salerno ha un bel gridare, nell’aula del Consiglio regionale: la realtà è che i soldi sono finiti da un pezzo. Lo sa bene il Presidente della Giunta regionale Peppe Scopelliti, che assiste un po’ imbarazzato a una riunione straordinaria dell’Assemblea che sa un po’ di giuramento-della-Pallacorda, e nel suo stesso intervento ammette e rilancia il gravissimo vulnus inferto al territorio calabrese e agli stessi utenti del Sistema Giustizia in una regione che ne avrebbe così tanto bisogno.

Il presidente del Consiglio regionale Franco Talarico va anche oltre: fors’anche perché di Lamezia Terme (una delle 4 sedi di Tribunale che verranno soppresse in Calabria, terza città più popolosa della Calabria, la città di parlamentari che non potevano che essere della partita come il pidiellino Pino Galati e l’ex collega di partito Ida D’Ippolito, da un po’ transitata all’Unione di centro), lascia a casa la diplomazia ormai proverbiale e parla a chiare lettere di «fuga dello Stato dalle sue funzioni e responsabilità».

In aula, nel Consiglio regionale straordinario convocato d’urgenza, gli interventi (così come le “perle”) non sono pochi, anche perché gli avvocati, i cui rappresentanti dei Consigli dell’Ordine forense stamane sono intervenuti in massa, stimano un ‘flottante’ di 10mila processi (!) che verrebbero a spostarsi da un Tribunale all’altro, in molti casi ben lungi dalla dematerializzazione dei fascicoli di cui spesso si conciona e basta. Ma soprattutto verrebbero a spostarsi, legali e giudici e fascicoli e clienti e imputati e attori e convenuti, di città in città, senza agevolazioni di sorta, parcheggi, infrastrutture…

Ecco che ha gioco facile, il sindaco di Paola Basilio Ferrari (nella foto qui a destra, insieme al collega di Rossano Giuseppe Antoniotti: sullo sfondo, si notano il consigliere d’opposizione Rosario Mirabelli e il coordinatore nazionale dell’Mpa Agazio Loiero, presidente della Regione dal 2005 al 2010), sibilando  di rabbia, nel proporre al Guardasigilli Paola Severino un provocatorio “Patto coi calabresi”: «Si rinvii la soppressione dei Tribunali calabresi finché non saranno ultimate l’autostrada A3 Salerno-Reggio e altre infrastrutture cruciali per questo territorio…», come dire: campa cavallo!, sberleffo in replica all’ “oltraggio”…

E proprio il primo cittadino rossanese Antoniotti rammenta indignato di come la Severino non abbia ritenuto neppure di concedere udienza a ben 20 sindaci che chiedevano al ministro solo di ascoltare le ragioni dei loro amministrati, e al top dell’incazzatura sbraita: «Finora ho stoppato azioni eclatanti di protesta ventilate dai miei cittadini, ma a questo punto dico: ben vengano. E le faremo insieme alla cittadinanza degli altri centri penalizzati, da Paola a Castrovillari, a dispetto di chi ha tentato di dividerci».

Non sono mancati interventi meno critici, quelli “ragionati” dei parlamentari. «A chi sottolinea che non si possono sopprimere uffici giudiziari in centri dove la ‘ndrangheta è così pervicacemente presente, dico che non è saggio fare di questa la nostra unica obiezione; specie considerando che la questione della devastante presenza della mafia la tiriamo fuori solo quando ci fa comodo. Quando no, la mettiamo da parte…», rileva pacatamente quanto polemicamente la coordinatrice calabrese di Futuro e libertà, la deputata Angela Napoli; e così son “serviti” certi chiacchieratissimi corregionali in politica, parecchi anche coinvolti in inchieste delicatissime, alcuni ad ascoltare le sue parole a pochi metri da lei…

Si fanno chiaramente sentire anche diversi consiglieri regionali.

E poi il sindacato, da Alessandra Baldari della Direzione regionale della Cgil, che consegna ai parlamentari il “report” cigiellino sull’effettivo costo di un taglio indiscriminato che, pure secondo il collega del nazionale di Uil-Giustizia Nino Nasone, finirebbe per superare di gran lunga il costo di mantenere in funzione i 4 Tribunali “nel mirino” («Occorrerebbe semmai procedere alle 8mila assunzioni per gli 8mila posti vacanti in organico, re-internalizzando per esempio per le trascrizioni delle intercettazioni tutti i servizi appaltati in outsourcing…», rileva giusto Nasone).

Alla fine però restano le parole di Ferrari: «…Lo dica il ministro Severino, ai Carabinieri, perché non potremo inaugurare il piazzale del Tribunale paolano al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il 3 settembre».

E la sintesi politica nella realtà non la fanno né Talarico né Scopelliti, ma il sindaco di Rossano: «Staccate la spina a questo Governo d’irresponsabili!», è il grido di dolore di Antoniotti. Davanti a lui un po’ di parlamentari (neanche tantissimi: molte, ahinoi, le assenze “pesanti”…) di Pd e Pdl, che della maggioranza che sostiene il premier Mario Monti sono i perni. Incapaci di spiccicare una sola parola al riguardo.

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