Riforme: risparmi, razionalizzazione… e l’uppercut dell’Agenzia

La “bolla” che esplode a Palazzo Campanella nelle ore pomeridiane è clamorosa.

E riguarda una porzione significativa del disegno di legge sulle riforme della giunta Scopelliti.

La “lenzuolata” fortemente voluta dal centrodestra, per un risparmio complessivo da 10,1 milioni di euro, è infatti andata in porto; coi soli voti della maggioranza, l’astensione del centrosinistra e il “no” di dipietristi e dell’ex Federazione della sinistra.

Ma l’Agenzia regionale per il marketing e il turismo prevista all’articolo 10 del ddl numero 411, che proprio a questi fini avrebbe dovuto raccogliere importanti competenze in materia di turismo e immagine della regione (derivanti da Enti soppressi come Fondazione Calabresi nel mondo e Film Commission), è stata impallinata a dispetto dei numeri della maggioranza di centrodestra e malgrado il sottosegretario alle Riforme Alberto Sarra, nella sua relazione di ieri, ne avesse magnificato il potenziale «per riuscire a vendere al meglio il brand Calabria», fra turismo, giacimenti culturali e prodotti tipici.

Il nodo sta tutto nel quorum dei 2/3 dei consiglieri previsto per l’istituzione di «Enti, aziende e società regionali, anche a carattere consortile» previsto dall’art. 54 dello Statuto regionale.

Un quorum che la maggioranza di centrodestra e comunque la Presidenza d’Assemblea, sibila qualche oppositore a mezza bocca, ha ritenuto non necessario su alcune previsioni del testo (ad esempio, l’accorpamento delle 5 Aterp e dei 5 Consorzi per le aree di sviluppo industriale) che un’interpretazione equidistante tale quorum forse richiederebbero. Soglia ritenuta, però, necessaria rispetto all’art. 10 perché “istitutivo” di un’Agenzia nuova di zecca.

Fatto sta che la maggioranza ha mandato in porto la legge, ma certo quella soglia dei due terzi del plenum non è riuscita neanche ad avvicinarla. Troppo pochi, in assoluto, i presenti. Ecco allora la vittoria della “guerra”-riforme ma la sconfitta nella “battaglia”-Agenzia turismo.

Che però il sottosegretario alle Riforme, fiutata l’aria, ha cercato in qualche modo di parare in corner: l’idea è, appunto, di ribaltare l’interpretazione dell’art. 54 della Magna Charta calabrese, onde evitare che il cappio di una maggioranza qualificata dura da raggiungere «paralizzi, paradossalmente, gli intenti riformatori di chi amministra l’Ente per generare una nuova Calabria».

Come venirne a capo? Questa l’’idea di Alberto Sarra: sia la Commissione consiliare Riforme (e dunque, abolita la Quinta commissione permanente già guidata dal lametino Mario Magno, la parola toccherà alla Prima commissione, guidata dal cosentino Geppino Caputo, che ne ha assorbito le competenze) a esprimere, al più presto, un’ “interpretazione autentica” sull’articolo statutario incriminato.

Venisse data manforte a Sarra – secondo il quale la maggioranza qualificata sull’Agenzia non sarebbe necessaria –,  ci sarebbe margine per una reintroduzione “dalla finestra” dell’Agenzia regionale per il marketing e il turismo oggi uscita “dalla porta”.

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