“Lex” / 3 – Intimidito per non aver “ceduto” la propria donna
I fermi di polizia giudiziaria dell’operazione Lex sono stati davvero effettuati in tutt’Italia.
Tra i fermati, 27 i domiciliati proprio a Laureana di Borrello; 6 domiciliati a Voghera (VA); 4 domiciliati a Milano; 3 domiciliati a Galatro; 2 domiciliati a Gallarate (VA); 2 domiciliati ad Aprigliano (CS); uno domiciliato a Lurate Caccivio (CO), uno a Retorbido (PV), uno a Rosarno, uno a Gioia Tauro e un ultimo raggiunto in carcere, a Spoleto, dalla notifica del provvedimento.
Tra gli episodi che spiccano, per violenza e bassezza morale,
il danneggiamento dell’auto di Francesco Ganino in uso ad Alfonso Ganino: a crivellare il veicolo a colpi di pistola Maurizio Oppedisano – trafficante d’armi e droga cinquefrondese residente in contrada Sant’Anna di Laureana, tra i 40 fermati: vedi foto –, per il rifiuto incassato proprio da Alfonso Ganino rispetto alla sua pretesa di consumare un rapporto sessuale con la 42enne rumena G.B., convivente di Ganino.
Racconta un collaboratore di giustizia: So che Maurizio Oppedisano ha sparato, danneggiandola, contro la macchina di un signore di Bellantone, di cui non ricordo il nome e che non conosco, perché gli “aveva chiesto la moglie”. Preciso che ho saputo che questo signore conviveva con una donna di nazionalità rumena. Il signore non acconsentì ovviamente e subì l’atto intimidatorio, consistito nel danneggiamento a mezzo colpi d’arma da fuoco della sua macchina.
Il 19 febbraio 2014 fu dunque danneggiata da Maurizio Oppedisano la Citroen “C4” in uso ad Alfonso Ganino: la sua convivente «dovrebbe aver costituito l’”oggetto del contendere” che determinò la reazione violenta dell’Oppedisano», come da conversazione a seguire tra due soggetti di sesso maschile in via d’identificazione (“Omar” e “Michael”) e Francesco Lamanna:
MICHAEL: adesso non , non mi ricordo un paio di mesi fa hanno tolto..non mi ricordo chi cazzo me lo ha detto, lo vedi… ti ricordi quando gli hanno sparato la macchina a coso a … a quello vicino al “cavallo” ((n.d.r. uno dei passeggeri sbuffa))
MICHAEL: al patrigno di Ada
FRANCESCO: al patri… che cazzo hai detto?
MICHAEL: è quello che ha <INC> al coso
FRANCESCO: ah è stato quello scemo la
MICHAEL: chi, è stato Maurizio
FRANCESCO: quale Maurizio?
MICHAEL: OPPEDISANO, con un motorino, è stato lui
FRANCESCO: e non so nemmeno chi è questo
MICHAEL: Maurizio, quello che ha il furgone rosso, il fiorino rosso
FRANCESCO: ah, quello di S. Anna?
MICHAEL: si, e che c’era la barzelletta che Marco gli ha detto di andare la, per pagargli subito la macchina, gli ha pagato questo paio di coglioni hanno tolto, che c’era la barzelletta
FRANCESCO: ma tu credi che quelli di S. Anna, Maurizio, Pino , ci sono quegli altri CHINDAMO,
Gianni CIRILLO là <INC>
MICHAEL: si
FRANCESCO: è finita! Non si spaventa più nessuno
MICHAEL: e a te, a te chi ti hanno detto che è stato?
FRANCESCO: ah io pensavo che è stato Catalino
MICHAEL: e quello che gli spara la macchina… che è sempre con Marco ((n.d.r si riferisce a Gheorghe Catalin persona che provvede ad accudire i cavalli del FERRENTINO Marco))
FRANCESCO: eh, sai com’è <INC> “v.a.”
MICHAEL: no, è stato lui , è stato lui (…) non ti ricordi che cazzo, quando hanno litigato so che cazzo hanno combinato
FRANCESCO: la da Alfonso?
MICHAEL: si
FRANCESCO: eh (…) hai visto, hai visto, è sceso da la sopra ed è andato a sparargli la macchina ee… bello mio (…) non si spaventa nessuno ormai Michael, è finito il film che la gente si spaventa.
Ecco dunque che Ganino non avrebbe «acconsentito ai voleri» di Oppedisano, che «“pretendeva” favori sessuali dalla donna».
«Le motivazioni e le modalità del danneggiamento perpetrato sono infatti evocative – si legge in ordinanza – dell’agire mafioso, perché lasciavano intendere l’ineluttabilità della decisione dell’Oppedisano comunicata in ordine alla ragazza di nazionalità rumena, convivente però della vittima. La pressione psicologica inferta al Ganino era peraltro fortissima, atteso che Oppedisano si presentava come un soggetto in grado d’approvvigionarsi delle arme più disparate e per questo era noto negli ambienti della criminalità organizzata».
quanta brava gente c’è in giro…