“Lex” / 2 – La leva di potere era (anche) il calcio
Come esposto stamane in conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria (guidati dal colonnello Giancarlo Scafuri), una formidabile leva per conquistare il consenso sociale utilizzata dalle cosche di Laureana di Borrello consisteva nella sostanziale guida della Polisportiva Laureanese, che dopo una doppia promozione nell’ultimo biennio milita in Promozione – girone B, ma nei fatti sarebbe guidata dal capobastone dei Lamari, Andrea Lamari, elemento assolutamente di spicco tra i quaranta sottoposti oggi a fermo di polizia giudiziaria (e peraltro ufficialmente tra i dirigenti della società pianigiana, così come tra i fermati risulta lo stesso
presidente della Polisportiva, Andrea Prossomariti, imprenditore edile di rilievo e leader della Np, tra le più importanti società tra quelle oggi oggetto di sequestro per un controvalore da 30 milioni di euro).
Ad attestarlo, in particolare, due gare effettuate l’8 e il 22 marzo dello scorso anno.
Davvero peculiare la prima: un match casalingo per la formazione di Laureana di Borrello, che al ritorno in campo all’inizio della ripresa ha visto semplicemente dileguarsi tutti i calciatori della formazione avversaria, i lametini della Scommettendo.it Fronti (Fronti è la frazione più settentrionale del popolosissimo Comune di Lamezia Terme).
Così recitava il comunicato ufficiale del Comitato regionale Calabria della Figc: «…L’arbitro non poteva far altro che constatare l’abbandono della società Scommettendo.it Fronti al proseguimento della gara», pertanto la gara è stata data vinta “a tavolino” per 3-0 ai padroni di casa, il Fronti è stato penalizzato di un punto in classifica e s’è visto infliggere un’ammenda di 200 euro, mentre il dirigente accompagnatore Giuseppe Pagnotta è stato inibito per un mese e mezzo («fino al 30 aprile 2015»).
Micidiale invece la seconda gara, quella risalente al 22 marzo 2015.
Teoricamente, sarebbe stato un prevalere dilagante a vantaggio dei padroni di casa della Polisportiva Laureanese, impostisi con un risultato tennistico (6-0, con doppiette di Ferraro e Afflitto e gol di Careri e Di Dio) sui rivali di turno dell’Aprigliano (rappresentativa dell’omonimo piccolo centro in provincia di Cosenza).
….E invece no: una combine clamorosa. Neppure per il marcio gusto d’intascarsi del denaro, ma solo perché all’andata, nel Cosentino, per un tragico errore gli ultrà dell’Aprigliano l’avevano fatta grossa davvero, arrivando a insultare e schiaffeggiare quello che apparentemente era “solo” un dirigente della squadra ospite. E invece era il capoclan dei Lamari: Andrea Lamari, appunto.
Appena resisi conto del gravissimo oltraggio, i rappresentanti del tifo organizzato contattarono la società di Laureana di Borrello per pregarla d’accettare le proprie scuse, con tanto di “carico” di prodotti tipici locali. Ma lì fu Lamari a stabilire quale dovesse essere il prezzo per metterci una pietra sopra: persuadere i calciatori dell’Aprigliano a lasciarsi sconfiggere con un punteggio umiliante.
Immediatamente arrivato, a far capire in maniera plateale e inequivocabile chi comanda …o, almeno, comandava.