Orrore a Karachi e Lahore

Il Pakistan ha vissuto un giorno d’orrore che sarà difficile dimenticare agli abitanti di questa Nazione dell’Asia.

Oltre 310 operai sono morti bruciati vivi nell’orrendo rogo di due fabbriche a Lahore e a Karachi, le due più grandi e caotiche metropoli pachistane (rispettivamente 6 milioni e mezzo d’abitanti per Lahore, praticamente al confine tra il Pakistan e l’India, e 15 milioni e 200mila abitanti per Karachi, una delle città più grandi dell’intero pianeta, situata invece sul Mar Arabico e considerata la “capitale economico-finanziaria” del Paese asiatico, la cui popolazione cresce annualmente del 5 per cento in un vortice demografico, ma anche produttivo, considerato praticamente inarrestabile).

E’ incredibile come le due terrificanti (anche per le modalità) sciagure siano occorse l’una a poche ore una dall’altra e – almeno apparentemente – anche per lo stesso motivo, una fiammata uscita dal generatore elettrico usato per far fronte ai frequenti black out di questi giorni (motivo: i monsoni).

La reale differenza tra i due “inferni” ha riguardato la tragica contabilità finale, nei numeri molto diversa.

Nell’incendio di una fabbrica di sandali in plastica a Lahore sono morte carbonizzate 21 persone. Immensamente più grave l’eccidio di Karachi: i tre piani dell’azienda di abbigliamento “Ali Enterprise” sono stati straziati dalle fiamme per ben 18 ore. In serata, mentre si cercano disperatamente ulteriori dispersi, a Karachi si contano purtroppo ben 289 vittime.

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