Verso la giunta Falcomatà, con un vicesindaco tabacciano, 4 esterne, un po’ di scontenti. E qualche sorpresa

Alla fine, saranno ugualmente quattro le donne nella giunta Falcomatà che vePFrrà annunciata nelle prossime ore a Reggio Calabria (più probabilmente, secondo i soliti beneinformati, lunedì 3 novembre). Al di là del Tuel, che all’art. 47 comma 4 prevede che «nei Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti lo Statuto può prevedere la nomina ad assessore di cittadini non facenti parte del Consiglio e in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere», la fonte necessaria richiamata appunto dal Testo unico Enti locali, ossia lo Statuto comunale reggino – per come modificato con deliberazione n. 49 del 28 agosto 2007 – al primo comma dell’art. 68 prevede sobriamente che «il sindaco può nominare assessori cittadini in possesso dei requisiti di legge per l’elezione a consigliere comunale». Senza alcun limite numerico, dunque (in teoria, potrebbero essere indicati pure 9 assessori esterni su 9).

Sul “quando” precisamente arriverà l’annuncio incide, com’è ovvio, anche il momento della formalizzazione dei consiglieri; esiste ancòra un margine d’incertezza in varie liste (Pd, ma non solo) in cui ultimi degli eletti e primi dei non eletti quasi “si toccano”, la Commissione elettorale è al lavoro.

Accertata l’inesistenza di un vincolo normativo circa il “tetto” di esterni nominabili, alla rinuncia della dèm Nancy Iachino (unica consigliera di maggioranza) il primo cittadino ha preferito ovviare “a modo suo”: rispettando cioè alla lettera il vincolo del 40% almeno di assessori di ciascun sesso sancito dal ddl Delrio e non ampliando la platea degli eletti rispetto agli esterni.
Questo significa due cose: da un lato il numero complessivo degli assessori rimarrà di nove elementi (contrariamente a chi pure aveva suggerito di lasciare solo tre donne “esterne” e rispettare gli equilibri-Delrio facendo scendere a otto il numero complessivo di assessori), dall’altro però il peso degli esterni crescerà. Saranno quattro (tutte donne, appunto) contro cinque soli assessori pescati tra i consiglieri eletti a Palazzo San Giorgio.

…Tutto questo, chiaro, ha pure ulteriori riverberi.
Vediamo un po’ insieme cosa dicono le indscrezioni più accreditate, allo stato dell’arte.

Intanto nella formazione della Giunta sono stati presto enucleati quattro criteri.

  • la concertazione “di primo livello” – dunque i colloqui col primo cittadino – avrebbe riguardato solo le otto liste che hanno ottenuto almeno un seggio;
  • avrebbero ricevuto un assessorato, per motivi strettamente numerici, solo le 5 liste che hanno ottenuto più di un seggio;
  • quanto agli assessori esterni di sesso femminile, si sarebbe posta come condicio sine qua non una sicura competenza professionale, del tutto esterna alla politica, coniugata a una ragionevole certezza di avere elementi di Giunta «immediatamente operativi», sulla scorta dell’accelerazione Renzi-style fortemente nelle intenzioni di Peppe Falcomatà. Dunque donne con un curriculum vitae davvero significativo, da prelevarsi magari dagli organi apicali di società importanti o di rilevanti Amministrazioni pubbliche;
  • sempre per le “assessore”, categorico niet all’ipotizzato ripescaggio di aspiranti al Consiglio non premiate dalle urne.

Il primo punto significa, intanto, che già ieri sono stati svolti praticamente tutti i vis-à-vis previsti (solo A testa alta per Reggio ha visto oggi il confronto col primo cittadino) e che le tre liste rimaste “a secco” (in ordine di suffragi ottenuti: Sel, Pri e Sinistra per Reggio) saranno coinvolte solo nella “squadra” in senso ampio: prenderanno parte insomma al governo della città attraverso le articolazioni esterne a Consiglio e Giunta, tipicamente gli organi di sottogoverno. E la cosa non era scontata, soprattutto considerando il blasone dei soggetti coinvolti (i vendoliani, alleati “classici” del Pd, per esempio anche alle Regionali del 23 novembre; il Partito repubblicano d’antica tradizione e con segretario nazionale reggino, Franco Nucara; la Sinistra radicale che vedeva elementi significativi provenienti dal “calderone” Pdci + Rifondazione comunista + ex lista Tsipras).

Il secondo punto, a dispetto della “luna di miele” in corso con l’elettorato reggino, ha certo prodotto qualche motivo di frizione. Se Cambiare Reggio Cambia/Officina Calabria, in testa l’eletto Filippo Bova e gli ispiratori come Enzo Tromba, non sembra sfoggiare particolari recriminazioni, il discorso è un po’ diverso per Oltre (intanto perché ospita pure il Cdu di Lillo Manti e Pino Palmisani, in seconda battuta perché non va mai sottovalutata la necessità di “collanti” efficaci rispetto al consigliere provinciale Mimmo Battaglia che tra l’altro, dopo la risicata sconfitta alle Primarie di coalizione per le Comunali, di qui a pochissimi giorni avrà la “prova della verità” col voto per le Regionali nella lista dèmocrat) e soprattutto per il Partito socialista.

Per il Ps va operato un breve discorso a parte, in effetti. Intanto, nella pur ristretta base del glorioso partito c’è chi rammenta un presunto patto informale in base al quale Falcomatà jr., se eletto, avrebbe accordato ai socialisti la vicesindacatura, indipendentemente dagli esiti elettorali!, alla luce del sostegno alle Primarie del centrosinistra per la corsa a Palazzo San Giorgio. A molti è poi parso strano – e, per molti versi, è davvero così – che la minidelegazione ricevuta a Palazzo di città comprendesse il solo segretario provinciale Gianni Milana, senza includere come sarebbe apparso naturale almeno anche Antonio Ruvolo, segretario cittadino e unico eletto socialista. A questo si aggiungano voci incrociate stando alle quali il partito avrebbe chiesto l’assessorato per un esterno, ipotizzando nomi tra i quali lo stesso Milana, mentre il primo cittadino avrebbe ribattuto proponendo l’indicazione di un potenziale assessore esterno di sesso femminile. Insomma, un piccolo grande caos a fronte della sostanziale certezza che gli uomini di Riccardo Nencini non avranno un assessore di sesso maschile (interno o esterno che sia) né tantomeno la “seconda piazza” in Giunta.

Vediamo allora le cinque liste che esprimeranno assessori.

Partiamo dal Centro democratico, perché per vari fattori è praticamente acclarato che sarà il partito di Bruno Tabacci – d
a sempre alleato col Partito democratico in ogni competizione: alle Primarie per la sindacatura aveva espresso la caMartino Demetriondidatura di Enzo Amodeo, poi non candidatosi al Consiglio e alquanto “sparito” dal dibattito politico – a esprimere il vicesindaco. Dovrebbe essere Mimmo (Demetrio) Martino (foto a sinistra), coordinatore cittadino dei tabacciani con trascorsi molto rilevanti in Consiglio comunale (e nell’ex Pci-Pds-Ds), che si accollerebbe pure deleghe pregnanti. Sta di fatto che, pur non essendoci «preclusioni» sul nome di Saverio Anghelone (benché figlio di un ex assessore di centrodestra, Paolo Anghelone), Martino dovrebbe essergli senz’altro preferito come assessore e dunque, in ragione pure della notevole esperienza personale, andrebbe a fare il “braccio destro” del sindaco; mentre il nome del primo degli eletti nel Cd, Nicola Paris, che appena nella scorsa consiliatura era consigliere di maggioranza col centrodestra, non è stato neppure proposto da Pasquale Tripodi & C.

Una significativa novità riguarderebbe il Pd. Confermatissimo il recordman di preferenze Peppe Marino (benché non sia al top il gradimento dell’interessato per le Politiche sociali, delega ipotizzata per l’ex vicepresidente del Consiglio comunale), dopo una sorta di testa-a-testa tra Demetrio Delfino (decisamente in vantaggio) e l’ex assessore Gianni Minniti sarebbe arrivata la decisione del sindaco: nessuno dei due sarà in Giunta (anche se Delfino «non farà semplicemente il consigliere», aggiungono maliziosamente dal suo staff, a far intendere con chiarezza che compiti significativi attendono l’ex-Prc, giovane ormai di notevolissima esperienza), il secondo assessore del Partito democratico dovrà essere una donna. E gli ultimi boatos aggiungono che, non dovesse identificarsi alla velocità della luce una donna d’area con l’esperienza professional-manageriale richiesta, la “palla” potrebbe funambolicamentstemmae tornare di nuovo a Nancy Iachino (con quali esiti, non si sa).
C’è da dire che l’esterna piddina andrebbe a interessarsi, con ogni probabilità, di Cultura e Pubblica istruzione e verrebbe pertanto “reclutata” – pare – da ambienti pertinenti.

Sostanzialmente confermate le altre voci.

Resta fermo il nome di un uomo d’esperienza come Nino Zimbalatti per A testa alta per Reggio: anche in ragione del consistente gruppo consiliare rappresentato, al già consigliere comunale toccheranno senza dubbio deleghe pesanti.
Per il certo assessore di Reset Armando Neri, risulterebbero decisivi i suoi skills da avvocato tributarista: lo attende l’Assessorato alle Finanze e alla Programmazione economica.
Il probabilissimo rappresentante in Giunta per La Svolta (cioè l’altra “lista del sindaco”), Giovanni Muraca, spinto anche dai suoi 943 suffragi andrebbe a occuparsi di Polizia municipale, Sicurezza, Legalità.

Per le altre tre donne da cooptare tra i non-eletti a Palazzo San Giorgio, sono semplicemente da “spacchettare” e accorpare opportunamente deleghe di rilievo tra le quali spiccano l’antica “rogna” Urbanistica e il tandem Trasporti+Mobilità (non è difficile pensare che possano assolvere al compito docenti universitarie o manager competenti nel settore di riferimento; ma non è neanche scontato. Nomi per il momento non ne trapelano perché fino al primo pomeriggio, a quanto sembra, le stesse interessate non erano neanche state contattate).
Ambienti vicini al sindaco confermano, comunque, che tra la dozzina di nomi sul tavolo ce n’è pure qualcuno, significativo, di esperte di politiche sanitarie e di rappresentanti sindacali (che potrebbero tornare utili sul versante Attività produttive e Lavoro indistintamente). Mentre si apprende che – diversamente da quanto ipotizzato anche da qualche organo di stampa – non rientrerebbero negli àmbiti di valutazione di Peppe Falcomatà le pur numerose donne – alcune di matrice più tecnica altre con lunga militanza politica alle spalle – che rivestono o hanno rivestito incarichi in organismi paritari o si sono occupate di Pari opportunità in partiti o movimenti.

C’è solo da aspettare (non troppo).

In serata, in piazza Duomo il breve ringraziamento alla città del neosindaco, che tra l’altro con voce rotta ha ringraziato per la costanza e la vicinanza la fidanzata, Giovanna Monorchio.

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