Dopo lo scioglimento per “contiguità mafiosa”, arriva a Reggio Calabria la Commissione straordinaria – Istruzioni per l’uso

La città di Reggio Calabria vive le sue ultime ore senza la terna commissariale (che sarà guidata dal prefetto Vincenzo Panìco , vedi foto sotto, e integrata da Giuseppe Castaldo e Dante Piazza), dopo il Decreto presidenziale di scioglimento del Comune per «contiguità mafiosa», in recepimento della recentissima decisione del Consiglio dei ministri.

Casi di scioglimento. L’articolo 39 dell’ordinamento delle autonomie locali (legge 142/90) prevedeva che i Consigli comunali e provinciali potessero essere sciolti per atti contrari alla Costituzione, gravi e persistenti violazioni di leggi o gravi motivi d’ordine pubblico. L’articolo 15-bis della legge 55/90 introdotto col decreto legge 164/91 sancì invece il possibile scioglimento in caso d’accertati collegamenti diretti o indiretti tra amministratori e criminalità organizzata o di condizionamento tale da comprometterne la «libera determinazione» o il «buon andamento» dell’Ente o da arrecare grave e perdurante pregiudizio per la pubblica sicurezza. Al Prefetto era attribuito il potere di sospendere gli organi dalla carica ricoperta per 60 giorni – durante i quali intervenivano i commissari – in attesa del decreto di scioglimento dell’Ente. Ora invece a normare la materia sono gli articoli da 143 a 146 del Tuel (decreto legislativo 267/2000).

Il Dpr. Lo scioglimento, sostanzialmente deciso dal Viminale, sotto il profilo formale è un Dpr (decreto del Presidente della Repubblica) emanato su proposta del ministro dell’Interno previa deliberazione del Consiglio dei ministri. Il Dpr relativo allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria è stato firmato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano l’11 ottobre scorso: nelle 6 pagine circa di relazione del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri si legge fra l’altro nel Dpr – trasmesso alle Camere contestualmente alla sua emanazione e il quale, dopo il “via libera” del Quirinale e della Corte dei conti, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale – che l’Ente reggino «presenta forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata tali da determinare l’alterazione del procedimento di formazione degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione con grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica», rivelandosi «permeabile» al pressing delle ‘ndrine.

La terna commissariale. L’arrivo della triade di commissari antimafia è atteso per la mattinata di oggi, lunedì 15 ottobre. I tre commissari (nella foto, Giuseppe Castaldo) resteranno in carica, sancisce il Dpr, da 12 a 18 mesi al massimo, prorogabili non oltre i 24 mesi. L’eventuale proroga va disposta almeno 50 giorni prima di quello fissato per le nuove Comunali. In tutto ciò, rimane impregiudicata la facoltà di ricorrere alla Giustizia amministrativa: possibile l’impugnazione davanti al Tar del Lazio – in seconda istanza, al Consiglio di Stato – con termini per ricorrere dimezzati rispetto ai normali standard.

Che succede ora? Una volta notificato il Dpr di scioglimento dell’Ente, gli organi comunali (sindaco, Giunta, Consiglio…) non esistono più. Ma se è per questo risultano risolti anche gli incarichi di revisore dei conti e tutti gli incarichi consulenziali non esplicitamente rinnovati ad opera della commissione straordinaria. Rimarrebbe operativo il segretario comunale, che per diffusa prassi, però, solitamente viene avvicendato dalla terna commissariale, una volta insediata (e, nello specifico, il segretario-direttore generale di Palazzo San Giorgio, Pietro Emilio, ha avuto anche rilevantissimi ruoli, anche in delicati settori dirigenziali). I tre commissari si relazioneranno col Comitato di sostegno e monitoraggio dell’azione delle Commissioni straordinarie allestito al Viminale, ai sensi dell’articolo 144 del Tuel. Se necessario, potranno avvalersi di personale della Pubblica amministrazione mediante distacco o comando. Entro 60 giorni dall’insediamento, la Commissione redigerà un Piano di priorità degli interventi. Per il quinquennio successivo allo scioglimento, l’Ente dovrà assumere l’informativa antimafia prima della stipula, approvazione o autorizzazione di ogni contratto, subcontratto, concessione o erogazione. Su questioni d’interesse generale, i tre commissari potranno avvalersi del contributo – anche mediante consultazione diretta – di forze politiche, Anci, Upi, associazioni di volontariato e altre associazioni locali.

Che farà il Pd. Intanto, alcune forze politiche discutono – persino – del futuro. Gli ex consiglieri comunali del Partito democratico, ad esempio, d’intesa col commissario regionale dèmocrat Alfredo D’Attorre già hanno stabilito di dar vita a una sequenza d’iniziative di sensibilizzazione nelle periferie urbane di Reggio. Si comincia venerdì prossimo dalla periferia Sud: alle 17, gli ex consiglieri comunali piddini faranno un giro per le arterie di Pellaro gravate dalle più gravi, conclamate criticità. Un’ora dopo, alle 18, appuntamento al Centro civico pellarese per una manifestazione pubblica – la prima della “serie” – che, evidentemente, non potrà che avere come punto di partenza lo scioglimento del Comune per «contiguità mafiosa» e le 232 pagine della relazione vergata dalla Commissione d’accesso antimafia a Palazzo San Giorgio.

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